Un giorno Giovanna mi parlò del libro che stava leggendo, Amabili resti di Alice Sebold (2002, Edizioni E/O): la storia della quattordicenne Susie Salmon, che viene uccisa dal suo vicino di casa. Susie si ritrova in un limbo, da dove ha la possibilità di assistere, senza poter intervenire, alle vicende terrene della famiglia, degli amici e anche del suo assassino.
Mi dissi: “Come sarebbero state diverse le cose per Susie, se avesse avuto gli Invisibili ad aiutarla!” E subito dopo: “Perché non provare a buttar giù davvero quest’idea?”
Per non essere influenzato dall’opera originale, decisi di non leggere Amabili resti finché non avessi terminato di scrivere la mia versione della storia. Quando poi lo feci, lo trovai davvero straordinario. Non perdetevelo.
Anche il film che ne ha tratto Peter Jackson (sì, proprio il regista de Il Signore degli Anelli) è carino e l’interpretazione della giovane attrice Saoirse Ronan è noteveole. Date un’occhiata al trailer:
Un’altra fonte d’ispisrazione fu senz’altro un film di Lucio Fulci, …E tu vivrai nel terrore! L’aldilà, che vidi al cinema nel lontano 1981. Era vietato ai minori di 18 anni, com’era di moda all’epoca (a partire da Zombi di George Romero e per molti anni, ogni pellicola horror aveva preso a esporre con orgoglio il divieto, come garanzia che si trattasse di opere davvero paurose; naturalmente, film di Romero a parte, si trattò il più delle volte di una mera operazione commerciale), ma riuscii entrare ugualmente in una sala di Sanremo, località che noi appassionati minorenni torinesi, sapevamo essere di “manica larga” nel controllare i documenti… Mi aspettavo molto, perché il film prometteva di mostrare l’autentico Aldilà. Ovviamente rimasi deluso, perché dell’aldilà si vede ben poco: i protagonisti vi finiscono solo per pochi istanti nell’ultima scena, che potete vedere sotto (e quindi non guardatela, se intendete guardare il film!).
Ora mi sento affezionato a quella pellicola, ma allora susitò in me una piccola rivolta. Mi dicevo: “Prima o poi m’inventerò una storia dove l’aldilà si vedrà molto più di così!” Oltre vent’anni dopo, mi si è presentata l’occasione… più o meno! Sarete voi a giudicare quale delle due alternative troverete più soddisfacente.
Metteva invece bene in mostra le dimensioni parallele un fumetto Marvel che leggevo da ragazzino, il Dottor Strange. Allora non mi piaceva particolarmente (lo leggevo solo perché veniva pubblicato sul quattordicinale de L’Uomo Ragno), ma trovavo comunque suggestivo il modo in cui il disegnatore Steve Dikto riusciva a visualizzare le altre realtà:
Da lui presi l’ispirazione dei “corpi astrali” (o “coscienze” o “anime”) di Douglas e della ragazza fantasma che viaggiano fuori dal corpo:
I successori di Ditko cercarono di non essere da meno:
Marcos Martin:
Chris Bachalo:
Ma immagino che ormai il personaggio sia diventato molto più noto, grazie al recente film della Marvel!
