Ne Il paese del non ritorno si fanno alcuni riferimenti alla storia e ai costumi haitiani. Ecco alcuni dati che vi permetteranno forse di inquadrare meglio la cultura e, in fin dei conti, di conoscere meglio alcuni dei miei personaggi.
Dalla fantasia alla realtà
Haiti è una nazione dell’America situata nel Mar dei Caraibi. Un tempo colonia francese, è stata – dopo gli Stati Uniti – una delle prime nazioni delle Americhe a dichiarare la propria indipendenza. Il territorio haitiano copre la parte occidentale dell’isola di Hispaniola e confina a est con la Repubblica Dominicana. Haiti è il paese più povero delle Americhe.
L’indipendenza dalla Francia è stata dichiarata il 1º gennaio 1804. Venne riconosciuta nel 1825 dalla Francia e nel 1863 dagli Stati Uniti.
Dall’inizio del 2004 Haiti è al centro di una rivolta popolare che ha causato disordini e violenza ed ha portato il 29 febbraio alla partenza dall’isola del dimissionario presidente Jean-Bertrand Aristide. Il governo è stato retto ad interim dal presidente della Corte di cassazione, Boniface Alexandre, fino alle elezioni presidenziali tenutesi il 7 febbraio 2006 da cui, pur tra molte proteste ed accuse di broglio da parte dei suoi avversari, è uscito eletto René Préval.
L’isola, colpita nell’estate 2004 dall’uragano Jeanne e nel gennaio 2010 da un disastroso terremoto, vive in uno stato di emergenza umanitaria. Attualmente è in corso una missione internazionale di aiuto sotto l’egida dell’ONU, che vede la presenza di un contingente guidato dal Brasile.
L’isola di Hispaniola, di cui Haiti occupa la porzione più occidentale, era in origine abitata dagli indigeni taino e arauachi. Il 5 dicembre del 1492, la Santa Maria, comandata da Cristoforo Colombo, sbarcò dove oggi sorge Môle-Saint-Nicolas: l’intera isola fu subito rivendicata a favore della Spagna.
Il 18 novembre 1803 l’esercito di Dessalines sbaragliò i francesi nella Battaglia di Vertières. Il 1 gennaio 1804 l’ormai ex colonia dichiarò la sua indipendenza, divenendo così il secondo paese del continente americano a dichiararsi indipendente, dopo gli Stati Uniti: Dessalines ne divenne il primo presidente. Saint-Domingue venne dunque ribattezzata Haiti in ossequio alla popolazione degli arauachi, i quali chiamavano l’isola Ayiti.
A quanto si dice, le popolazioni haitiane dunque non temerebbero gli zombi ma di divenirne loro stessi. Il regime dittatoriale della famiglia Duvalier, al potere fino agli anni ottanta, esasperava il clima di superstizione sugli zombi, conferendo ai capi della polizia segreta, i cosiddetti Tonton Macoutes, il potere di disporre delle droghe malefiche.
Nel 1957, il dottor François Duvalier (“Papa Doc”) giunse al potere in seguito alle prime elezioni a suffragio universale tenute ad Haiti (molti, però, ritengono che l’esito del voto fu manipolato dall’esercito). Nel 1964, Duvalier si autodichiarò presidente a vita: per anni egli mantenne il controllo sulla popolazione attraverso la sua polizia segreta, i Volontari per la Sicurezza Nazionale, soprannominati Tonton Macoutes (letteralmente “zii sacchi di juta” o, più colloquialmente, “gli uomini spettro”), dal nome di una figura della tradizione locale (che per noi corrisponderebbge a l’uomo nero). Tale organizzazione fu più volte criticata a livello internazionale per i metodi violenti con cui venivano trattati gli avversari politici, veri o presunti tali. Alla sua morte (1971) a Duvalier padre successe il figlio diciannovenne Jean-Claude Duvalier (soprannominato “Baby Doc”) in qualità di nuovo presidente a vita. Il regime di Duvalier figlio divenne noto per la sua corruzione e fu deposto nel 1986, aprendo così un nuovo periodo di agitazioni.
Chi desidera approfondire, troverà maggiori informazioni su:
http://it.wikipedia.org/wiki/Storia_di_Haiti
http://it.wikipedia.org/wiki/Haiti
GLI ARTICOLI DI LUCIA CAPUZZI
Desidero ringraziare la giornalista Lucia Capuzzi, autrice del saggio Haiti. Il silenzio infranto (Casa Editrice Marietti, 2010), per le utili indicazioni, in particolare per il personaggio di Maya Dusoleil, uno dei più importanti de Il paese del non ritorno. Grazie alla sua consulenza, credo che ora Maya risulti più credibile e realistico.
Ho conosciuto Lucia grazie alla serata di presentazione del suo saggio, organizzata dal libraio Beppe Marchetti, presso la libreria “Massena 28” a Torino. Incontro stimolante anche grazie alla partecipazione dei giornalisti Marco Bello (autore del saggio Haiti, l’innocenza violata) e Battista Gardoncini.
Lucia è stata a lungo ad Haiti e i racconti che riporta nel suo libro sono di prima mano. Le ho chiesto se ne avesse avuto un altro che magari non avesse trovato spazio nel libro… un racconto che avrebbe potuto interessare ai miei giovani lettori. Non solo Lucia ha accettato con entusiasmo, ma me ne ha inviati addirittura due, dicendomi di scegliere quale preferissi. Li ho trovati talmente belli, che ho deciso di pubblicarli entrambi. Grazie di cuore, Lucia!
E a voi… Buona lettura!