Nelle mie ricerche m’imbattei in un’altra ipotesi parascientifica (cioè al limite della scienza e tuttora in corso di verifica): la non-località della coscienza dello studioso inglese Rupert Sheldrake, in base alla quale la nostra coscienza non risiederebbe nel cervello, che fungerebbe solo da ricetrasmittente fra il nostro corpo fisico e un Campo d’Informazione al quale attingono tutti gli esseri umani. Solo temporaneamente la nostra coscienza abita un corpo fisico e, dopo la morte, torna al Campo d’Informazione per proseguire il proprio percorso evolutivo.
Questa è un’estrema sintesi della ben più articolata Teoria dei Campi Morfici, dove Sheldrake sostiene che ogni specie (e ogni membro di ogni specie) attinge a una memoria collettiva che si sintonizza con i membri passati della specie e a sua volta contribuisce all’ulteriore sviluppo della specie stessa, attraverso una sorta di “risonanza” fra gli individui e i gruppi della specie.
In pratica, se un certo numero di persone sviluppa alcune proprietà comportamentali o psicologiche od organiche utili alla conservazione della specie, queste vengono automaticamente acquisite dagli altri membri. Così, se una buona parte dell’umanità raggiunge un certo livello di consapevolezza spirituale, questa stessa consapevolezza si estenderebbe per risonanza morfica ad altri gruppi, coinvolgendo quindi l’intero sistema.
Il campo morfico potrebbe perciò spiegare l’apparente esistenza di un legame telepatico (e non solo) fra individui molto legati, come per esempio dei gemelli.
Mettendo insieme l’ipotesi di Sheldrake, i sogni lucidi e le esperienze fuori dal corpo o di pre-morte (accedi alla pagina del sito dove ne parlo), ho cercato d’indagare su come Douglas potesse muoversi fra le dimensioni, potere che nei romanzi precedenti non avevo ancora approfondito. Ovviamente, nulla di quanto descrivo nel libro è basato su prove scientifiche, ma del resto molta dell’attuale fisica teorica più avanzata non si basa su presupposti scientifici: la teoria delle stringhe ipotizza l’esistenza di ben 11 dimensioni parallele alla nostra di cui non siamo consapevoli, mentre Stephen Hawking, una delle più brillanti menti contemporanee, paragonato da molti ad Albert Einstein, arriva a teorizzare l’eventualità di un numero infinito di universi paralleli.
Tornando alla sorprendente ipotesi di Sheldrake, i campi d’informazione potrebbero anche sincronizzarsi fra specie diverse, permettendo ai rispettivi individui di comunicare l’un l’altro. Ciò spiegherebbe la capacità di molti cani di “percepire” il ritorno del padrone a casa, anche se questi si presenta in orari diversi dal solito. Cliccanndo sull’immagine sotto, potrete vedere un breve servizio su uno di questi esperimenti. Purtroppo i sottotitoli sono solo in inglese, ma sono abbastanza semplici da comprendere (un filmato simile è apparso nella popolare trasmissione di RAI 2, “Voyager”: Gli animali hanno un sesto senso?, puntata del 30 gennaio 2012).
Cliccando sull’immagine sotto, assisterete a un’intervista in italiano.
A seguire potrete invece assistere a una conferenza di Sheldrake su come la scienza non dovrebbe temere la “ricerca di confine” (cioè in bilico tra scienza e spiritualità). Su YouTube, i sottotitoli italiani si attivano cliccando sulla prima delle quattro iconcine in basso a destra.
Il filmato a seguire è particolarmente interessante. Rupert Sheldrake era stato invitato a parlare in una delle famose conferenze TED, ma lo scienziato ha colto l’occasione della prestigiosa “vetrina” per denunciare come la ricerca scientifica operi attraverso “dogmi”, ovvero mantenga posizione granitiche su certe questioni (per svariate ragioni), rinunciando così alla libertà di indagine. Per questo motivo il filmato è stato rimosso dall’archivio TED, ma resta reperibile su Youtube (Cliccate sull’immagine per vederlo; su YouTube, i sottotitoli italiani si attivano cliccando sulla prima delle quattro iconcine in basso a destra).
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