“Se questa storia delle dimensioni parallele è vera, se il nostro universo non è il solo a esistere… Chi abita gli altri?” È quanto si chiede lo psicologo Frank Claremont nel capitolo 3 del romanzo.
Quando, intorno al 2005, ripresi in mano il manoscritto di Acqua tagliente, interrotto qualche anno prima perché non mi sentivo ancora pronto ad affrontare un testo così complesso, avevo iniziato ad avvicinarmi allo studio delle idee più azzardate della fisica quantistica, in bilico tra scienza e spiritualità. Fra queste, una mi colpiva particolarmente, la Teoria delle stringhe, in cui si ipotizzava l’esistenza di 11 dimensioni parallele alla nostra.
Già da ragazzo le altre dimensioni attraevano su di me un fascino particolare, anche grazie alla sorprendente zona negativa dei fumetti dei Fantastici Quattro o di quelle che poteva visitare il Dottor Strange con il suo corpo astrale (parlo più approfonditamente del personaggio a questa pagina del sito). Anche nei libri le avevo già incontrate, con romanzi come Alice nel Paese delle Meraviglie e il suo seguito Attraverso lo specchio, ma anche come Peter Pan e la sua Isola che non c’è; in tempi più recenti avevo incontrato l’appassionante Il talismano di Stephen King e Peter Straub o Queste oscure materie, ciclo di romanzi di Philip Pullman. Al cinema, Delitto in quarta dimensione rappresentava per me un vero e proprio cult; mentre in tempi più recenti ricordo lo sconvolgente (almeno per l’epoca) Stati di allucinazione di Ken Russel o Contact (e il suo remake non dichiarato, per non dire copia, Interstellar di Christopher Nowlan) e Ritorno al futuro 2, entrambi di Robert Zemeckis; anche se quello che presenta la visione più originale e maggiormente in linea con le recenti scoperte mi sembra essere il film Donnie Darko di Richard Kelly. La serie televisiva che ha più approfonditamente trattato questo tema è forse Fringe (ma se ne possono apprezzare appieno le reali potenzialità solo a partire dalla seconda stagione). Se vi interessa avere una panoramica più esaustiva di libri, fumetti e film sull’argomento, fate un salto su https://it.wikipedia.org/wiki/Universi_paralleli_nella_fantascienza#Letteratura.
In realtà, gli universi paralleli tornarono davvero a interessarmi quando incontrai la teoria delle stringhe e, poco alla volta, si fece strada in me l’interrogativo espresso da Frank Claremont. Del resto, sostenendo la teoria del multiverso, lo scienziato Stephen Hawking, una delle più brillanti menti contemporanee, paragonato da molti ad Albert Einstein, arriva a teorizzare l’eventualità di un numero infinito di universi paralleli.
Nel libro ho provato a immaginare che aspetto potrebbe avere la dimensione parallela che abitano gli spiriti dei defunti (e delle persone in coma profondo), prima di ritornare alla vita (per esempio, nel caso in cui il cuore riprendesse a battere) o di transitare verso l’aldilà.
Avrei voluto spingermi ancora oltre e mi sono divertito a lasciare un indizio su come potrei sviluppare l’argomento in un’eventuale storia futura degli Invisibili (vi do un indizio di dove trovarlo: si accenna a un quadro misterioso, ritraente una ragazza del passato assai somigliante a Crystal, e le lancette di un orologio a pendolo con le lancette raffigurate come in uno specchio…).
Se desiderate approfondire l’argomento degli univeri paralleli, vi consiglio di consultare i testi di cui ho riportato le copertine, ma nel frattempo potete dare un’occhiata ai seguenti filmati.